L’architetto Max Fabiani nacque nella villa di campagna che la famiglia possedeva a Kobdilj. Risultò uno degli alunni più talentuosi e bravi della sua generazione sin dai primi passi nell’ambito scolastico. Dopo aver conseguito il dottorato in architettura presso la facoltà viennese di tecnologia, divenne presto tra gli artisti più cercati della capitale austriaca. Considerato una vera e propria autorità tra gli urbanisti della monarchia, Max Fabiani fu professore alla facoltà di tecnologia di Vienna nonché consigliere d’arte dello stesso Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, oltre ad essere conosciuto come l’inventore dell’architettura a cavallo tra il XIX ed il XX secolo.
Alcuni suoi progetti rappresentarono novità concettuali dell’architettura europea dell’epoca. Durante il ventennio da sindaco lasciò il suo indelebile segno anche a Štanjel. Grazie a lungimiranti interventi ridonò al borgo il suo ruolo principale, per non parlare del suo contributo durante la trasformazione dello spazio che ha conservato la sua forma fino ad oggi. Infatti, allestì nel castello gli uffici municipali, la scuola con l’asilo, la sala cinematografica, l’ambulatorio e diversi spazi pubblici.
Ristrutturò anche la torre e la gradinata d’accesso nonché la piazza del nucleo storico con la piattaforma che collega il castello e la chiesa. Scopri le sue opere più spettacolari e la vita dell’architetto nostrano attraverso la visita guidata interattiva Il Štanjel di Fabiani oppure durante l’esilarante caccia al gatto nero.
Tra le opere che l’ideatore lasciò al borgo, quella più conosciuta è sicuramente il giardino Ferrari, integrato magistralmente all’omonima villa. Per questo progetto ordinato da tre fratelli triestini, Max Fabiani riuscì a restaurare con il suo celebre tatto artistico un’intera schiera di case desolate, collegandole nel complesso chiamato Villa Ferrari. Ai piedi della struttura si estendevano terreni agricoli, campi e vigneti. Piano piano negli anni venti, l’architetto li sistemò nel giardino Ferrari.
Il parco presenta una configurazione a terrazzi e segue dunque la sagoma del Štanjel antico. Ogni terrazzo offriva abbastanza spazio per coltivare ortaggi e quant’altro, oltre a diverse specie di alberi prevalentemente di origine mediterranea. Per il giardino si avvalse sia di elementi carsici tradizionali sia di componenti che non avevano nulla in comune con il Carso, ma riflettevano gli ideali dell’epoca. Fu così che concepì il padiglione panoramico, la piscina ovale con l’isolotto in stile veneziano, la caverna artificiale con la conchiglia e le fontane. Ma il vero fenomeno si nasconde nel sottosuolo del giardino Ferrari. Max Fabiani risolse il problema perenne del Carso, cioè quello della mancanza d’acqua, pianificando un sistema di approvvigionamento idrico tecnologicamente avanzato. Infatti, alla rete tradizionale di raccolta dell’acqua piovana fu aggiunto il sistema di collettori, cisterne, condotti, canali di drenaggio o irrigazione superficiali uniti in un unico intricatissimo sistema. Così facendo la villa ed il parco giovavano dell’acqua corrente non solo per soddisfare i bisogni vitali, bensì come decoro ed intrattenimento già nel primo Novecento.
Il giardino Ferrari è oggi monumento culturale d’importanza nazionale. Questo spettacolare parco rappresenta lo sfondo perfetto per organizzare incontri d’affari, manifestazioni culturali ed eventi privati. Grazie all’incantevole atmosfera che funge da perfetto scenario per immortalare fotografie memorabili, il giardino Ferrari è diventato anche amatissima location dove si celebrano matrimoni da favola.