Lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914 trasformò l’Europa in un immenso campo di battaglia suddiviso in diversi fronti. Il 23 maggio 1915, ossia con la dichiarazione di guerra del governo italiano contro l’impero austro-ungarico, ebbe inizio una delle zone di guerra più movimentate e violenti della Grande Guerra, cioè il Fronte d’Isonzo.
Grazie alla linea ferroviaria e la sua stazione, Štanjel divenne un importante centro militare nell’entroterra carsico del fronte. Le forze armate gestivano qui il loro centro per macchinari ferroviari, oltre a costruire numerose baracche ed anche un magazzino.
Nel castello di Štanjel venne allestito l’ospedale militare, e visto il crescente numero di feriti, ai margini del paese vennero costruiti diversi capannoni in cui operava l’ospedale da campo. In quest’ultimo vennero curate lesioni lievi, invece l’ospedale nel castello era riservato a soldati gravemente feriti.
La sua ubicazione chiave durante il periodo dal 1915 al 1916 fece di Štanjel uno dei principali obiettivi di bombardamenti da parte degli aerei italiani. Con l’avanzamento dell’esercito italiano sul Carso, nel 1917 il borgo medievale divenne bersaglio anche dell’artiglieria.
La maggior parte degli abitanti locali fuggì in esilio ed al ritorno l’anno successivo trovarono rase al suolo o desolate molte delle loro case natie. Subirono sorti simili i loro vigneti, campi e frutteti.
Ma la guerra non creò solo devastazione materiale, si prese anche un numero elevato di vite. Per questo motivo vennero aperti molti cimiteri militari ai margini dei paesi carsici dove trovarono riposo non solo militari di ogni nazionalità e religione dell’Impero, bensì addirittura prigionieri di guerra russi e soldati italiani che persero la vita negli ospedali austro-ungarici. Il cimitero più grande sul territorio del Fronte d’Isonzo si trova a Gorjansko con oltre 10.000 soldati di diverse nazionalità. Il cimitero è riuscito a preservare il suo piano originale che rispetta la configurazione tipica del paesaggio circostante.
Con così tanti ospedali nei dintorni, pure Štanjel non poteva fare meno del cimitero, concepito dall’architetto Joseph Ullrich, primo tenente dell’imperiale e regio esercito. Il maestoso monumento di pietra fu eretto già durante la guerra, invece l’architetto Max Fabiani realizzò la recinzione e l’ingresso del cimitero e mise sull’asse del tempio due colonne di pietra decorate con le spade di Sigfrido. Purtroppo, il cancello di ferro non è sopravvissuto al tempo.
Rievocano il periodo atroce della Grande Guerra anche i sentieri della pace che si snodano lungo le rovine ed i testimoni del Fronte d’Isonzo. Attraversano la quiete e la serenità tipica del Carso per concludersi a Brestovica pri Komnu, paese che fu completamente raso al suolo durante la prima guerra mondiale. Lì vicino si trova la grotta Grof, all’epoca trasformata in rifugio austro-ungarico. I dintorni della grotta nascondono reperti di fortezze, trincee e caverne. Ogni anno, la marcia sulle tracce del Fronte d’Isonzo ti porta alla scoperta di nuovi testimoni di questo periodo tragico della storia.